Fonte&Poe, Di pietre e mani
A Cielo Aperto 2020



L’Associazione culturale Vincenzo De Luca ha avviato da novembre 2019 Stato in luogo, un programma di residenze curato da Giovanni Viceconte. Questo progetto vuole dare continuità alle tante e diversificate attività di A Cielo Aperto, che da anni vede Latronico protagonista nell’ambito dell’arte contemporanea, con un’attività di ricerca e sperimentazione.

Stato in luogo #1 ha ospitato il duo artistico Fonte&Poe - Alessandro Fonte (Polistena, 1984) e Shawnette Poe (Varsavia, 1980) - coppia nella vita e nel lavoro, di base a Berlino. Durante la loro residenza, gli artisti hanno avuto modo di conoscere la cittadina e i suoi abitanti, cosa che li ha portati a elaborare Di pietre e mani, un laboratorio e una performance che indaga il rapporto tra la comunità e il territorio e pone la dimensione rituale e collettiva in un processo di trasformazione artistica.






Fonte&Poe dichiarano che durante la loro residenza “le impressioni più forti sono state un senso di svuotamento, dovuto a una nostalgia di cui sembrano intrise le strade e le case di pietra del centro storico, che si relazionano con il maestoso paesaggio che le circonda. La montagna è stata una presenza costante, quasi un interlocutore emozionale”. Gli artisti hanno maturato la decisione di lavorare con la materia stessa di cui quel paesaggio è costituito: la pietra grigia.
Un elemento fortemente identitario perché questa particolare varietà esiste solo a Latronico ed è con questa che sono state costruite le strade e le case dello svuotato centro storico.







In seguito al sopralluogo nell’azienda “LAPietra”, hanno individuato una particolare fanghiglia, materiale di scarto composto di quella stessa pietra estratta dal ventre della montagna, come elemento di sviluppo per un nuovo processo. Concetto ripreso recentemente dal critico e curatore Pietro Gaglianò: “A Latronico, Fonte & Poe trovano in aree neglette e in materiali apparentemente inerti, marginali o raccolti al termine della loro esistenza funzionale, un dispositivo per l’attivazione di una coscienza condivisa. Qui è la comunità stessa a venire chiamata a misurarsi con la metamorfosi di un elemento identitario: gli scarti dell’estrazione della pietra locale, con cui è stato edificato tutto il borgo antico, in larga parte abbandonato, diventano la base per una trasformazione alchemica. La massa gessosa di polvere e acqua converte letteralmente la pietra (o meglio, il suo residuo) nell’oro della relazione interpersonale, del sentimento di appartenenza, della riscoperta dei rapporti tra i luoghi e chi li abita”.  



L’intervento è articolato in due esercizi con la comunità: un laboratorio e un’azione performativa. Il laboratorio si muove dall’intersezione tra arte partecipata e design e indaga la possibilità dei residui di lavorazione della pietra attraverso una serie di tentativi di manipolazione, volti a trasformare uno scarto, nobile e antico, in pezzi che incorporano le tracce di chi li ha creati.

L’azione performativa (guarda il video su YouTube) indaga il rapporto tra il tempo vitale dell’uomo e quello di formazione della roccia, nonché il loro rapporto in bilico tra fascinazione e antropizzazione e tecniche di lavorazione.
Un’azione collettiva, sui meccanismi di trasmissione della memoria e i processi di abbandono e ritorno. Interrogativo ontologico formulato in una fase di transizione, quella di un tempo presente che cerca nelle pieghe sopravvissute del passato un’attuale rilettura di dati culturali, allo stesso tempo scomparsi e vivi.











Guarda il video della performance su YouTube





















































Biografia

Alessandro Fonte e Shawnette Poe avviano una collaborazione come duo
dal 2009 in parallelo all’attività artistica personale. Attualmente vivono e lavorano a Berlino.
I loro lavori sono stati esposti in musei e istituzioni nazionali e internazionali come MAXXI, Roma; Moderna Galerija, Ljubljana; Städtische Galerie, Bremen; National Gallery of Macedonia, Skopje; 21a Triennale di Milano; Chiostro del Bramante, Roma; Onassis Cultural Center, Athens; Panoply Performance Laboratory, New York; Galleria Nazionale, Cosenza; Museum of Architecture and Design, Ljubljana; Darwin State Museum, Moscow; Museo Civico di Castelbuono, e sono entrati a far parte di collezioni private e museali.

Si ringrazia
L’azienda “LAPietra” di Latronico



Associazione Culturale Vincenzo De Luca
L’Associazione Culturale Vincenzo De Luca – APS si costituisce nel 2005 a Latronico, in Basilicata. Autofinanziandosi, dal 2008 promuove la residenza per artisti e il progetto di arte pubblica A Cielo Aperto, a cura di Bianco-Valente e Pasquale Campanella, per la costituzione di un museo diffuso all’aperto, in cui sono presenti diverse opere permanenti che dialogano con l’ambiente montano e il tessuto urbano di Latronico. Dal 2017 avvia un laboratorio di ricerca sul suono e la performance, a cura di Francesco Puppo e Giuseppe Giacoia; dal 2019 amplia il programma di residenze con il contributo e la curatela di Giovanni Viceconte. È tra i soci fondatori di STARE, Rete delle Residenze d’artista italiane. Sono stati pubblicati a cura di Bianco-Valente e Pasquale Campanella i volumi: A Cielo Aperto, Pratiche di collaborazione nell'arte contemporanea a Latronico, Postmedia Books 2016 e Per fare un tavolo. Arte e territorio, Postmedia Books, 2021.

Info
Associazione culturale Vincenzo De Luca - APS
Vico Settembrini 2 – Latronico (PZ)
Tel 0973 858896, cell. 339 7738963
associazionevincenzodeluca@gmail.com
www.associazionevincenzodeluca.com


A Cielo Aperto | Stampa | Testi | Chi siamo | Contatti